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Qualche settimana fa vi abbiamo parlato di MeCha Guevara, lo strano fumetto che rivisita lo scontro fra comunismo e consumismo declinandolo sotto la luce dei fumetti di super-eroi, primo lavoro dell’autore Andrea Tridico, a cui per l’occasione abbiamo deciso di rivolgere qualche domanda


Come nasce la tua passione per la nona arte ?

Disegno e leggo fumetti da quando riesco a ricordare. Ho iniziato, come molti miei coetanei, sfogliando le pagine di Topolino, Lupo Alberto, dei comics e dei manga.
Solo verso la fine del liceo ho però compreso che, dietro quelle pagine, c’era un mestiere.
Mi sono quindi messo in gioco con delle produzioni amatoriali. In seguito, mi sono iscritto alla Scuola Internazionale di Comics di Torino dove mi sono diplomato.
Se ora ho inaugurato un percorso editoriale, lo devo anche ai docenti e ai professionisti che ho incontrato alla scuola.


Quali sono le tue fonti di ispirazione ?

Adoro Bill Watterson, penso che non abbia eguali in quanto a padronanza del medium Fumetto (mi devo fermare o rischio di parlarne per delle ore).
Oltre a lui, i miei riferimenti sono molto vari. Mi ispirano gli autori che hanno compreso appieno la loro epoca (Alan Moore, Warren Ellis) e quelli spaventosamente profetici (Masamune Shirow, Enki Bilal), anarchici (Jamie Hewlett, Andrea Pazienza), pulp (Juanjo Guarnido, Frank Miller) e narrativi (Craig Thompson, Riad Sattouf).

E poi, c’é Mark Millar.


Come è nato MeCha Guevara?

Se Millar con il suo Red Son aveva trasformato Superman in un comunista, perché non fare l’operazione inversa e trasformare un rivoluzionario in un super-eroe?
Da affezionato alla figura storica di Ernesto “Che” Guevara, dispiaciuto per la banalizzazione della sua memoria, ho voluto vendicarla con la forza supereroica e con l’arguzia della satira.
Credevo anche che fosse necessario sfatare lo stereotipo delle persone “di sinistra” eccessivamente seriose e incapaci di giocare con le proprie icone sacre.


Cosa ne pensi del mondo del fumetto made in italy ?

Nel mio piccolo penso che oggi ci sia molta più possibilità per autori esordienti e di talento di accedere al mondo editoriale (credo che le scuole di Fumetto e internet abbiano dato un contributo positivo in questo).
Vedo però anche una grossa tendenza all’ibridazione mediatica (importare elementi del linguaggio delle serie TV/streaming, dei social network, etc.) su cui ormai si insiste per moda e vendibilità. Un po’ temo che, a lungo andare, possa essere limitante per le potenzialità narrative del Fumetto in Italia.


Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

In questo periodo sto lavorando a un nuovo fumetto di ambientazione storica.
La Storia é, per me, fonte di occasioni narrative. Se mi riesce, vorrei far diventare la base storica un marchio di fabbrica per le mie opere future, proprio come in MeCha Guevara.

Noi di Comixisiland.it non possiamo che ringraziare Andrea Tridico per il tempo che ha voluto dedicarci e augurargli il meglio per i suoi progetti futuri, aspettando con ansia di poterne parlare con voi qui.

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Marcello Portolan
Uno strano mix genetico sperimentale allevato a fumetti & fantascienza classica, plasmato dal mondo dell'informatica e della tecnologia, ma con la passione per la scrittura. Un ghiottone che adora esplorare il mondo in cerca di Serie TV e pellicole da guardare noncurante dei pericoli del Trash e dello splatter. un vero e proprio globetrotter del mondo NERD

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