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4 nuvolette con Sabrina Gabrielli: l’autrice del volume Colori Invisibili

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Nelle scorse settimane qui sull’Isola del fumetto di ComixIsland.it vi abbiamo parlato di Colori Invisibili, volume edito da Tunué e realizzato da Sabrina Gabrielli. Abbiamo avuto anche modo di scambiare 4 chiacchiere con la sua autrice, che ci ha raccontato qualcosa di più su di lei e sul suo lavoro.

Come hai scoperto la passione per il fumetto? 

Sin da piccola ho sempre letto e disegnato tantissimo. Prima albi illustrati, poi libri, fumetti…
A 7 anni ero abbonata a Topolino e al Giornalino. A 13 anni ho scoperto tutta la collezione di Metal Hurlant, Linus e L’Eternauta di mio zio.
A 14 sono arrivati anche i manga. A 16 avevo deciso che da grande avrei disegnato fumetti. Poi è arrivata l’università, il lavoro, la vita… ed ho riposto tutto nel cassetto fino ad un paio di anni fa.             

Colori Invisibili, il tuo volume d’esordio parla di un tema particolare come quello dell’acromatopsia, da dove nasce questa idea? 



L’idea è nata per caso, durante un viaggio in macchina, chiacchierando con mio marito.
A differenza di tante altre robe sparate a casaccio, questa storia continuava a restarmi in testa, quindi ho iniziato a fare ricerca.
Da quelle ore passate saltando da un articolo medico sull’acromatopsia a strani video sulla sinestesia, è nata la prima bozza di Colori invisibili.
Curiosità non richiesta: il titolo, originariamente, era “V4” come viene chiamata l’area dal cervello a cui corrisponde la percezione dei colori.
(Titolo poi bocciato perché sembrava l’inizio di una “battaglia navale”)

Sempre parlando di questo volume, si tratta di un’opera dove i colori sono fondamentali, come ti sei approcciata alla scelta cromatica? 
Il  tuo non essere solo fumettista ma anche grafica e illustratrice ha influenzato questo processo? 

Sono sempre stata ossessionata dal colore e dal suo valore simbolico. Da piccola ero fermamente convinta che quello che vediamo è diverso da persona a persona. 
Questa convinzione ha gettato le fondamenta della narrazione di Colori invisibili: il passaggio dei punti di vista da un personaggio all’altro viene raccontato dal cambiamento di palette cromatica.
Per mettere in evidenza il colore ho dovuto sacrificare molto la linea, semplificando lo stile il più possibile per fare emergere dalle tavole, come protagonista assoluto, il colore prima del disegno.
(Inoltre questo espediente ha pure tanto velocizzato la parte dell’illustrazione!)

Nel mondo del fumetto, quali sono le tue fonti d’ispirazione? 

Oh, ce ne sono tantissime! Sicuramente sono molto influenzata dal tratto di Cyril Pedrosa, mi perdo tra le fragili figure di Manuele Fior e vorrei saper raccontare il quotidiano come sa fare Nicoz Balboa.

Il volume che ora abbiamo avuto modo di leggere è anche frutto della Call in Action di Tunuè, segno che le case editrici ancora cercano nomi nuovi nel mondo del fumetto, che consigli vorresti dare a chi vorrebbe approcciare a questo mondo ??

Sapersi presentare e sapere come presentare il proprio progetto. Questo sopra ogni altra cosa. 
Bastano davvero poche pagine complete rappresentative (5-10, al massimo!), un pitch di 2 o 3 righe (al massimo!), una sinossi efficace e completa (una paginetta, al massimo!) per fare la differenza.
Nella presentazione deve essere tutto chiaro: niente giri di parole. 
Di cosa parla il fumetto? Qual’è il vostro pubblico? Perché lo state presentando a questa casa editrice in particolare?
Sicuramente la mia esperienza nel mondo del design e della comunicazione mi hanno aiutata molto in questo, son partita avvantaggiata!

Ad esempio questo è il pitch di Colori Invisibili:
Da due anni Leila non vede più colori. Un giorno incontra Luca che ai suoi occhi è completamente arancione.
Aiutata dai suoi amici, la ragazza inizia una ricerca per capire la causa delle esplosioni di colore che iniziano a comparirle attorno.
E questo il tema: Perdita e ritrovamento della motivazione e della passione. 

Che progetti hai per il futuro? c’è una nuova graphic novel in cantiere? 

Ho tante storie che vorrei raccontare… tutto sta nel decidere a quale dare la precedenza.
Ma sicuramente quest’estate inizierò a lavorare su qualcosa di nuovo!

Nel frattempo mi dedico alle mie illustrazioni e alle mie stampe.
Finalmente sono ricominciati i concerti e posso riprendere a serigrafare gig poster (yuppy!).


Non possiamo che ringraziare  Sabrina per il tempo che ci ha voluto dedicare e augurarle buona fortuna per i progetti futuri, nell’attesa magari di rincontrarci proprio qui sull’isola per parlare di qualche suo futuro progetto

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Marcello Portolan
Uno strano mix genetico sperimentale allevato a fumetti & fantascienza classica, plasmato dal mondo dell'informatica e della tecnologia, ma con la passione per la scrittura. Un ghiottone che adora esplorare il mondo in cerca di Serie TV e pellicole da guardare noncurante dei pericoli del Trash e dello splatter. un vero e proprio globetrotter del mondo NERD

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