Qualche tempo fa abbiamo avuto modo di fare una chiacchierata con la sua giovanissima autrice, oggi invece è il momento di parlare del suo lavoro, stiamo parlando di Shiru Midoriiro e di Ace of Hearts, manga made in Italy edito da Shockdom.
La storia inizia quando i giovani Lian e Noha si intrufolano in un collegio, non avendo più un luogo in cui stare. Lian è dovuto fuggire dopo un misterioso attacco nella magione in cui abitava, mentre Noha sembra non abbia mai avuto una casa. Il collegio è gestito da Monsieur Kimmer, un misterioso uomo che decide di accogliere i due ragazzi nel proprio istituto. Così comincia la nuova vita di Lian e Noha nel collegio, ma la tranquillità non è destinata a durare. I due ragazzi, infatti, sono dei “sindromati”, ovvero posseggono particolari capacità che li rende ricercati dall’esercito. Come se non bastasse, la sindrome di Lian è molto rara, e il ragazzo fatica a controllarla, finendo per creare caos all’interno dell’istituto arrivando perfino a danneggiare la salute di un ragazzino. Eppure, nonostante ciò, Monsieur Kimmer sembra intenzionato a mantenere il segreto. Quale sarà il suo scopo? E come mai Lian attira così tanto l’interesse del misterioso Leroi, nipote di Kimmer? E qual è la vera natura della sindrome di Lian?
La storia scritta di Shiru si distingue fin da subito per la sua narrazione, ogni capitolo infatti si prefigura come una lettera scritta a un misterioso personaggio ancora ignoto e ci racconta la trama. Ace of Hearts parte a testa bassa introducendo fin da subito molti – forse addirittura troppi – personaggi, ognuno dei quali sembra nascondere o avere qualcosa da rivelarci, ma di cui ovviamente iniziamo solo a scalfire la superficie. Una scelta che certamente invoglia il lettore lasciandogli la curiosità di sapere cosa si cela dietro le loro intenzioni, ma allo stesso tempo corre il rischio di mettere troppa carne al fuoco fin da subito, nel momento in cui solitamente la trama risulta già appesantita dai compiti legati all’introduzione del lettore in un nuovo mondo narrativo.
Tutto sommato nonostante il rischio il risultato di questo primo capitolo risulta buono ed abbastanza equilibrato, con una buona dose di mistero e le giuste gag per stemperare il tutto.
Un debutto buono anche dal punto di vista del disegno, Shiru Midoriiro strizza l’occhio allo stile orientale e mette in mostra una buona padronanza del tratto, anche se in virtù della sua giovanissima età, riteniamo che le potenzialità possano portarla anche a mettere in mostra qualcosa di più nelle prossime uscite, migliorando ulteriormente quanto di buono già mostrato qui.
Ace of Hearts è un debutto che getta buone basi su cui lavorare, una buona partenza che lascia la curiosità di conoscere come proseguirà la storia.
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