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Sherlock Frankenstein e la legione del male: La recensione

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Negli anni, l’universo di Black Hammer, la strana realtà creata da Jeff Lemire per smontare e ricostruire a sua immagine e somiglianza il genere dei super-eroi, si è espansa attraverso delle serie Spin-off dedicate ad altri degli interessanti personaggi che popolano questo mondo.

Uno di questi è sicuramente il villain Sherlock Frankenstein, protagonista proprio di questo volume edito per noi in Italia da BAO e intitolato Sherlock Frankenstein e la legione del male

Il volume espande la storia della serie principale, alla quale si innesta sotto forma di prologo, correndo parallelamente a parte delle vicende di Black Hammer, diventando così una lettura godibile al termine della lettura di questi ultimi ( o in alternativa dopo il secondo volume italiano by BAO)

Gli eventi della storia vedono Lucy Weber, la figlia dell’eroe Black Hammer, ricevere le chiavi del rifugio segreto di suo padre e iniziare la ricerca degli eroi che hanno combattuto l’anti dio 10 anni prima, secondo lei scomparsi e non morti come tutti pensano.

Questo darà la prima traccia a Lucy per indagare e scoprire la verità su quello che è accaduto, avvicinandosi ad altri eroi e criminali che hanno combattuto con suo padre attraverso gli anni.
Anche in questo caso Lemire rilegge il mondo dei super attraverso il suo modo di interpretarne i personaggi, esaminando i Villain e le loro storie e dandoci una visione diversa delle stesse, modificando pagina dopo pagina la nostra percezione degli stessi (la storia di Chtu-Lou merita una menzione speciale)

Solo al termine di questo crescendo narrativo avremo modo di arrivare al personaggio a cui questo volume è intitolato: Sherlock Frankenstein. Il personaggio, con la sua immortalità, permette a noi e alla protagonista di attraversare la storia dell’universo di Black Hammer e dei suoi eroi attraverso le diverse fasi degli stessi, fino a giungere al mondo contemporaneo.

In questo viaggio attraverso i secoli approfondiremo la conoscenza di un personaggio segnato dalla sua stessa incapacità di morire, che come spesso accade a chi viene maledetto in questo modo vive una battaglia eterna e interiore tra il bene e il male.

Il tutto è realizzato alla perfezione anche dal punto di vista estetico, dove troviamo David Rubín in splendida forma e in grado di regalare personaggi ben realizzati e intriganti, oltre a gestire la tavola in maniera assolutamente ottima.
L’universo costruito da Lemire si conferma uno dei più interessanti in circolazione e noi non possiamo che consigliarvene la lettura ancora una volta.

 

 

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Marcello Portolan
Uno strano mix genetico sperimentale allevato a fumetti & fantascienza classica, plasmato dal mondo dell'informatica e della tecnologia, ma con la passione per la scrittura. Un ghiottone che adora esplorare il mondo in cerca di Serie TV e pellicole da guardare noncurante dei pericoli del Trash e dello splatter. un vero e proprio globetrotter del mondo NERD

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