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Bedelia: la recensione

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Bedelia è l’ultimo graphic novel di Leo Ortolani, uscito per Bao Publishing. Il personaggio che dà il nome a quest’opera è un volto conosciuto ai fan del fumettista, che aveva dato alla luce questa femme fatale sulle pagine di Venerdì 12. Bedelia è infatti la “stronza” di cui Aldo, il protagonista, si innamora e che gli spezzerà il cuore. 

Tuttavia, la lettura di Bedelia non richiede alcuna conoscenza pregressa, alcuna familiarità con le vicende del fortunato titolo di Ortolani. Come già era successo con Cinzia, anche in questo caso l’autore ci regala un ricco approfondimento della modella bionda, con la quale iniziamo a fare conoscenza sin dalle prime pagine. 

Ortolani ci racconta la storia di Bedelia, modella di intimo femminile per Segreti, che però si vede strappare il titolo dalla più giovane e promettente Elaiza. È questo l’elemento narrativo scatenante che ci trascina con veemenza nel passato di Bedelia, che si riconferma per la “stronza” che ci viene presentata in Venerdì 12. Ma Bedelia non è solo una stronza: ciò a cui assistiamo è un approfondimento coinvolgente e minuzioso dell’aspetto umano della modella, che passa dall’essere un personaggio bidimensionale e secondario a una figura solida, tridimensionale, di cui possiamo toccare e vedere gli aspetti più concreti, gli innumerevoli difetti e i rari – ma pur sempre presenti – sprazzi di umanità. 

Bedelia è la stronza che ci aspettavamo di incontrare, il personaggio freddo e cinico dal quale non ci si può aspettare alcun miglioramento, alcuna redenzione. Non è questo che Leo Ortolani vuole raccontarci: al contrario, quello che Bedelia vive è più che altro una sorta di riscatto, di ritorno sotto i riflettori. Alle luci della ribalta c’è quel personaggio secondario che avevamo lasciato tra le pagine di Venerdì 12, ma che ora merita un approfondimento tutto suo. Approfondimento che, però, non sembra finalizzato a mettere in buona luce la nostra protagonista, anzi. Se con Cinzia avevamo assistito a uno sviluppo positivo del personaggio, con Bedelia Ortolani ci dimostra che è possibile incentrare un’intera storia su una protagonista con la quale difficilmente potremo empatizzare.

Tuttavia Bedelia sa essere coinvolgente, proprio per la schietta freddezza con cui guarda il mondo che la circonda e gli altri personaggi, semplici comparse nella sua vita, che non meritano alcun ruolo di rilievo. Le uniche due figure che si accompagnano a lei in questa storia e che vengono messe (quasi) al suo stesso livello sono l’angelo Gaudio – una sorta di grillo parlante malriuscito – e la madre stessa di Bedelia, personaggio che ci aiuta a sbirciare nel passato della protagonista dandocene un’idea vaga, ma sufficiente per capirla. 

Il tutto, naturalmente, è condito con l’ormai inconfondibile ironia di Leo Ortolani, fatta di continue battute pungenti. Un’ironia che talvolta, però, sembra già sentita, che ha come tema centrale il sesso e la sessualità – com’è comprensibile, visti i toni di tutto il racconto – e che conferisce ad alcuni dialoghi un’aria un po’ vecchia. Ciononostante, tutta la storia non perde di intensità e di interesse, rendendo Bedelia non certo il capolavoro di Leo Ortolani, ma un’ulteriore conferma del talento del fumettista che, nonostante qualche imperfezione, è riuscito ancora una volta a dare vita a un’opera divertente, profonda e dallo stile inconfondibilmente “ortolaniano”. 

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