Un posto dove vivere è un graphic novel edito da Upper Comics, scritto e disegnato da Midori Yamane.
La mangaka ha sposato un italiano e vive nel nostro Paese da moltissimi anni, ma il suo approccio alla scrittura non potrebbe essere più giapponese: ricco di sensibilità e leggerezza, proprio come viene fatto notare nell’introduzione del volume.
Un posto dove vivere è costituito da una serie di racconti brevi, in cui vengono esplorati i più piccoli aspetti della quotidianità, visti attraverso gli occhi dell’autrice bambina.
Questi piccoli attimi di condivisione, vissuti in una casa giapponese degli anni Sessanta, da una comune famiglia giapponese, possiedono un alone di magia che l’autrice battezza giapponesità: un mix di armonia e rispetto che purtroppo oggi sta andando perduta.
Tutto comincia nella “Tana d’origine” – titolo del primo dei capitoli che compongono il volume – la casa dove l’autrice ha vissuto da bambina, che è così ricca di ricordi preziosi, da dover necessariamente essere trasmessi alle generazioni future.
Il secondo capitolo di Un posto dove vivere s’intitola invece Il giorno in cui arrivò la tv, e racconta la grande emozione della Yamane bambina, davanti ad un oggetto lussuoso e incredibile come un televisore.
Ma non tutti i ricordi sono piacevoli e felici e così l’autrice rivela la sua grande paura di ricevere un castigo dal padre nel capitolo “Punizione in Oshi-ire”. L’ oshi-ire è una sorta di grande armadio dove venivano riposti i futon e che il padre di Midori utilizzava occasionalmente per punirla, rinchiudendola al suo interno. Una pena che al giorno d’oggi definiremmo terribile, ma che all’epoca appariva quasi giusta, per il potere che veniva riconosciuto a un padre all’interno della famiglia.
Il capofamiglia è protagonista di un altro capitolo, “I libri di papà”, e in questo caso la sua figura è totalmente positiva, dato che ha fatto entrare nella loro casa nomi illustri come Dostoevskij e Shakespeare.
Ma anche la figura della madre è fondamentale nella casa di Midori, sia per aiutare i bambini nelle piccole incombenze di tutti i giorni, sia come “anima della casa”: il rumore del coltello utilizzato per preparare da mangiare durante i giochi dell’infanzia diventa infatti il simbolo di qualcuno che si cura di noi e ci ama.
Così Un posto dove vivere diventa una sorta di diario per Midori Yamane, un modo per fissare su carta tutte quelle piccole cose che hanno reso la sua infanzia così speciale.
Lo stile di disegno dell’autrice è semplice e scarno, pochi segni che bastano a caratterizzare in modo magistrale l’intimità di una piccola casa, di ricordi fissati con l’inchiostro e con grande affetto.
Con la ripetizione di alcuni gesti – dal semplice cucinare, appunto, al rito delle bambole Ohina-sama, esposte su un piccolo altare durante la festa delle bambine, l’Hina-matsuri – ciò che questo libro trasmette è un senso di pace, la descrizione di un certo tipo di famiglia ormai scomparsa, che restituisce un immagine di dolcezza e calore.
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