Oggi qui sull’isola di ComixIsland.it cari isolani vi racconteremo una storia di pirati un po’ diversa dal solito ovvero quella della miniserie IDW Godzilla: Here There Be Dragons , scritta da Frank Tieri e disegnata da Inaki Miranda, pronta ad arrivare anche qui in Italia per gli amici di Saldapress nel volume Godzilla: Hic sunt dracones
Le mappe nautiche redatte nei tempi antichi recavano, sulle zone marine ancora inesplorate, l’inquietante scritta “hic sunt dracones”, ossia “qui ci sono i mostri”. Nel XVI secolo, il leggendario ammiraglio Francis Drake sta per scoprire a sue spese quanto questo non sia solo un modo di dire, ma un’atroce verità! La scoperta di una misteriosa e antichissima moneta infatti, porta Drake e la Marina britannica a salpare in direzione di un’isola sconosciuta per recuperare un tesoro perduto in nome della loro Regina. Quello che il corsaro del Trono Inglese non può immaginare però, è che quell’atollo nel mezzo dell’oceano è nientemeno che l’Isola dei mostri, un posto lontano da ogni rotta conosciuta dove vivono molti kaiju… compreso il più grande e feroce di tutti!
Siamo un attimo obbiettivi, l’idea di mixare il mondo piratesco e quello dei Kaiju sulla carta è molto peculiare e il risultato finale dell’opera di Tieri è tutto sommato divertente. Il volume è riuscito ad intrattenerci quanto ci aspettavamo da una storia di Godzilla ambientata in un mondo dell’epoca pirata, riuscendo a mantenere buone vibes da entrambi i filoni, da una parte abbiamo infatti la classica avventura marinara con un tesoro da riprendere su un isola misteriosa . Dall’altra ci troviamo sull’isola dei mostri e quindi abbiamo una generosa dose di mostroni in libertà e mazzate formato colossale. Se vi dicessi che Godzilla: Hic sunt dracones è tutta una meraviglia sarei un filibustiere, come ho scritto qui sopra i due elementi cardine di entrambi i mondi ci sono, ma l’elemento che – se così si può dire – li unisce è un po’ leggerino. Il risultato è che abbiamo sentito un po’ la mancanza di amalgama durante la lettura, qualcosa che unisse realmente in maniera solida le due anime di questo volume, quel quid in più che avrebbe sicuramente permesso alla storia di brillare totalmente, andando anche un po’ oltre alla letturina d’intrattenimento easy easy.
Tieri costruisce sottotraccia un filo tanto importante , quanto intrigante, legato ad un culto di questi mostri che esiste da sempre nell’ombra, una linea sottile, che però a parere nostro finisce per essere solo un mero escamotage per chiudere gli sviluppi, mentre poteva essere molto più interessante da sviluppare – magari in prossime opere chi lo sa .
Il lavoro di Inaki Miranda ai disegni è buono sia quando si tratta di disegnare gli umani, sia i kaiju, nulla per cui strapparsi i capelli ( i volumi di Godzilla di Saldapress ci hanno abituato a exploit fotonici in tale senso) ma tutto sempre chiaro e funzionante.
Non è il capolavoro della vita, forse neppure la migliore delle letture a tema Godzilla, ma se amate il mondo del re dei mostri o le letture piratesche un po’ insolite Godzilla: Hic sunt dracones è una lettura consigliata e che difficilmente vi lascerà delusi
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