Con il 7 e ultimo volumetto si è concluso Starving Anonymous, il manga horror di Kengo Mizutani, Yuu Kuraushi e Kazu Inabe edito in Italia da28, rispondendo così alla domanda che ci accompagna fin dal primo capitolo: riuscirà il genere umano a sopravvivere?
L’opera ci aveva colpito fin da subito immergendoci in una atmosfere da genere survival, con una vena decisamente violenta e gore. Proprio questo alto tasso di horror splatter è la colonna portante di tutta la trama del manga, la componente fondamentale che può allo stesso tempo rappresentare il motivo per leggere l’intera serie e quello per cui evitarla.
Si tratta di una lettura breve e dal ritmo abbastanza sostenuto, che soprattutto nei suoi primi volumi funziona veramente bene, salvo poi iniziare una escalation di esagerazioni sempre più grosse che, nonostante non stonino mai con il clima generale di questo manga, possono fare storcere il naso sperava di rimanere nelle atmosfere iniziali.
Starving Anonymous è un manga pieno di sangue e cadaveri, di creature disgustose e situazioni che richiamano il genere body horror in cui i corpi mutano e si trasformano in maniera estrema e fastidiosa.
La soluzione trovata per risolvere il problema delle creature una volta per tutte – pur essendo una soluzione particolarmente creativa e in linea con il resto della serie – ci ha dato la sensazione di una risoluzione debole, ma funzionante, pur non avendoci soddisfatto del tutto.
In generale si tratta di un viaggio horror a tratti quasi disturbante, se vi piace il genere potrebbe trattarsi di un buon recupero da tenere nella vostra libreria.
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