Provincia di Hoki, Giappone, 2241. Dopo la terza “Crisi dell’uomo”, tutte le tracce di vita sembrano scomparse. La superficie è abitata da robot. Proprio quando si pensava che l’umanità fosse incapace di sopravvivere in superficie, uno di quei robot – uno Yojimbot – si troverà faccia a faccia con un sopravvissuto, un bambino, minacciato di morte… Altri robot si uniranno per difendere il bambino. Capiscono che proteggerlo è una priorità: nei suoi geni si trova la salvezza dell’umanità…
ReNoir Comics torna sulla nostra isola del fumetto con Yojimbot 1, prodotto scritto e disegnato da Sylvain Repos , vincitore del Premio dei Licei 2022 al Festival de la Bande Dessinée di Angoulême. Sarà quel nome che in qualche modo ci ha riportato alla mente Usagi Yojimbo, sarà che la commistione tra samurai e fantascienza in qualche modo fa sempre breccia nel nostro cuore, ma dopo aver letto la sinossi è stato amore a prima vista.
Sylvain Repos in questo primo volume costruisce un mondo intrigante dove muovere la sua storia, si dimostra estremamente abile nel riuscire a portare avanti la sua creazione sia attraverso i dialoghi, sia – soprattutto nella parte iniziale – sfruttando al massimo le sue tavole per portarci all’interno della narrazione e al centro dell’azione, anche attraverso l’utilizzo di alcuni colpi di scena ben gestiti e una mescola ben equilibrata di elementi appartenenti al mondo Sci-fi e altri da quello Feudale Giapponese, creando uno insolito mix di codice samurai e leggi di Asimov estremamente originale.
Anche a livello visivo, il lavoro di Repos è sempre estremamente piacevole, soprattutto per quel che riguarda i design dei suoi Samurai-Robot, decisamente ben studiati, così come sono risultate convincenti le scene d’azione.
Yojimbot è riuscito nell’impresa di catturarci nel suo background, pur iniziando solo ad abbozzare lo status di questo mondo e lasciando molteplici domande aperte per – si spera – i prossimi volumi, che ora non vediamo l’ora di legge. Sicuramente si tratta di una piacevolissima sorpresa