Il prossimo 30 settembre con il numero 421 “La variabile”, Dylan Dog festeggerà 35 anni di vita editoriale. Per celebrare con i fan questo importante traguardo, la Sergio Bonelli Editore ha deciso di allegare a quest’albo la ristampa a colori de “L’alba dei morti viventi”, il primo numero dell’Indagatore dell’Incubo. Questa inaspettata iniziativa ci permette di riscoprire insieme tutte le citazioni cinematografiche contenute in questa mitica avventura dylaniana.
Le citazioni cinematografiche del primo numero di Dylan Dog iniziano fin dalla copertina disegnata da Claudio Villa. Le mani che emergono dal terreno tentando afferrare l’Indagatore dell’Incubo, la luna piena che spicca nel cielo, gli zombi sullo sfondo, sono un chiaro omaggio a una delle locandine del film “La notte dei morti viventi” (“Night of the Living Dead”), girato da George A. Romeo nel 1968.
La pellicola alla quale fa esplicito riferimento quest’albo è però “Dawn of the Dead” del 1978, la seconda della saga realizzata dal regista statunitense sui morti viventi. Il film, il cui titolo è traducibile in italiano come “L’alba dei morti”, è più conosciuto in Italia come “Zombi”. Questo sequel, dopo l’imprevisto successo al botteghino del primo film, nonostante fosse stato realizzato con un budget bassissimo, fu coprodotto da Dario Argento che impose, per la versione distribuita in Europa e Giappone, alcune modifiche sostanziali, intervenendo sul montaggio, tagliando alcuni dialoghi e accorciando la pellicola di una decina di minuti, e sulla colonna sonora di cui si accreditò, insieme ai Goblin, come autore delle musiche.
Zombi, oltre ad essere più volte omaggiato nel corso di questa storica avventura, è esplicitamente citato a pagina 29, dove Dylan Dog, Groucho e Sybil, la protagonista femminile dell’albo, vanno al cinema per assistere a una rassegna di film dell’orrore. La tavola si apre con una sequenza, riprodotta quasi fedelmente dal film dal disegnatore Angelo Stano, in cui è citata, con una voluta imprecisione, una delle battute più famose della pellicola, ovvero “Quando non ci sarà più posto all’inferno, i morti cammineranno sulla terra” che diventa “Quando all’inferno non c’è più posto i morti cammineranno sulla terra”. Questa però non è l’unica inesattezza che si può notare in questa trasposizione. Nel fumetto a pronunciare questa frase è, infatti, un personaggio bianco con una protesi improvvisata al posto della gamba destra, mentre nel film è declamata dall’attore di colore Ken Foree. Inoltre, lo stesso Indagatore dell’Incubo redarguisce la sua cliente, che non nasconde di non condividere con lui gli stessi gusti cinematografici, dicendole: “Non azzardarti a chiamare schifezza Zombi di Romeo!”.
La pellicola che segue Zombi nella rassegna horror è “Un lupo mannaro americano a Londra”, diretto da John Landis nel 1981. Landis, più conosciuto dal grande pubblico per aver diretto commedie demenziali come “Blues Brothers” e “Animal House”, ha avuto il grande merito, con il collega Joe Dante, di aver rilanciato il tema dei licantropi sul grande schermo.
Tornando alla copertina è subito chiaro che anche la caratterizzazione grafica dell’inquilino di Craven Road 7 è una citazione cinematografica. Dylan Dog è, infatti, ispirato all’attore inglese Rupert Everett, che ai tempi dell’uscita dell’albo era reduce dal grande successo del film “Another Country – La scelta” del 1984. Questa somiglianza è ancor più evidente nella prima vignetta in cui appare il nostro eroe, in cui tra l’altro lo stesso rende omaggio a James Bond, l’agente segreto più famoso della storia della settima arte, presentandosi così: “Mi chiamo Dog, Dylan Dog”.
I riferimenti cinematografici contenuti in quest’albo non sono finiti però qui. Craven Road 7, l’indirizzo della casa di Dylan Dog a Londra, è un omaggio al regista statunitense Wes Craven, noto soprattutto per la saga di Nightmare. Il campanello urlante è invece una citazione del film “Invito a cena con delitto” del 1976. Browning, il cognome da sposata di Sybil, è, invece, lo stesso di Tod, regista di alcune vere e proprie pietre miliari del cinema horror: “Dracula”, interpretato da Bela Lugosi, del 1931 e “Freak” del 1932. Nelle prime pagine di quest’avventura sono inoltre citate la colonna sonora del film “Ghostbusters”, diretto nel 1984 da Ivan Reitman, e la locandina del film “The Rochy Horror Picture Show”.
L’ispettore Bloch, che appare per la prima volta a pagina 26, è invece ispirato all’attore inglese Robert Morley, che ha recitato in un centinaio di film tra il 1938 e il 1990, mentre il personaggio del Dottor Xabaras rende omaggio al Dottor Frederick Treves, interpretato da Anthony Hopkins nel film “Elephant Man”, diretto nel 1980 da David Lynch.
Il più evidente omaggio alla storia del cinema contenuto in questo primo albo è però rappresentato da Groucho, l’amico e assistente di Dylan Dog, che sia nell’aspetto sia nel nome rimanda a Groucho Marx, il più noto dei Fratelli Marx, famoso gruppo comico statunitense protagonista sul grande schermo dalla fine dell’Ottocento alla fine degli anni ’40 del secolo scorso.
Molti altri omaggi cinematografici sono inseriti, anche se in maniera meno esplicita, nel corso di quest’avventura. A pagina 33, il Dottor Xabaras urla, infatti, ad Archibald Potter patologo legale di Scotland Yard: “Non aprite quella porta! Non aprite!” citando il film “Non aprire quella porta”, girato nel 1974 dal regista Tobe Hopper. Undead, il paesino scozzese dove si svolge l’ultima parte di quest’avventura è invece il titolo inglese di un film di Roger Coeman, conosciuto in Italia come “La sopravvissuta”.
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